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La frequenza della realtà

Parte 1/3
Sul tempo come proiezione e l’elasticità dello spazio
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The Spiral of Time
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Da secoli i fisici discutono sulla natura del tempo: è un flusso lineare, la quarta dimensione o un’illusione? Forse però l’equivoco non sta nelle formule, ma nel nostro punto di vista. Se lo spaziotempo non è una sostanza, ma una proiezione, allora anche il tempo non è più ciò che pensavamo fosse.

Il tempo come scansione della realtà

La teoria della relatività generale delinea un’immagine del mondo come un tessuto spaziotemporale liscio e continuo, in cui la gravità provoca la curvatura della geometria. La meccanica quantistica, invece, opera in una realtà di probabilità, sovrapposizioni e salti discreti. Sono due teorie che, nei rispettivi ambiti di validità, sono sperimentalmente inattaccabili – eppure incompatibili non appena si cerca di fonderle.

Limiti della proiezione

La scansione ha un limite inferiore e uno superiore. Se la proiezione cessa, il mondo si ferma e il tempo scompare. Quando si raggiunge la frequenza massima, lo spazio urta contro il limite della sua elasticità. Questo limite è la velocità della luce. Non è quindi solo un numero, ma l’espressione della massima reattività dello spazio.

Buchi neri come sovraccarico

In questo modello, un buco nero non è una singolarità, ma un luogo di proiezione sovraccarica. In quel punto deve essere elaborata così tanta informazione che la scansione rallenta quasi fino all’arresto. Per gli osservatori esterni, sembra che il tempo sia congelato. In realtà mostra soltanto che la proiezione ha raggiunto localmente i suoi limiti.

Il tempo come proiezione, la gravità come traccia

Se tempo e frequenza della proiezione sono identici, allora gravità e spaziotempo non sono forze fondamentali. Sono piuttosto tracce del passaggio dalla possibilità alla realtà, impronte della solidificazione. Relatività e meccanica quantistica non appaiono quindi come opposti, ma come diverse fasi dello stesso processo. Il tempo è la misura connettiva che le tiene insieme.

Un nuovo sguardo ai limiti

Sotto questa luce, molti enigmi perdono la loro estraneità. La velocità della luce rappresenta la frequenza più alta con cui la realtà può rinnovarsi. I buchi neri mostrano cosa accade quando la proiezione si inceppa a causa di un sovraccarico. La gravità diventa una firma, non una causa. Il tempo si rivela essere il battito del cuore della realtà: costante, limitato eppure onnipervasivo.

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