HYPERMADE CULTURE MAGAZINE

Commento
Tra funzione e astinenza

ZARA × Samuel Ross – Ästhetik der industriellen Reduktion
T
Apple iPad Pro M5 2025 showing 3D graphics rendering performance – official press image © Apple Inc.
Stillness and Structure
Profilbild von Michael JankeMichael Janke
ASCOLTA L'ARTICOLO
0:00 / 0:00
 

La collaborazione tra ZARA e Samuel Ross è meno una collezione che un tentativo di ridefinire il rapporto tra abbigliamento, protezione e distanza. Mentre la moda solitamente seduce, Ross si ritrae – in materiali, strati e superfici che trasformano la sottrazione stessa in forma.

Il designer come costruttore

Samuel Ross, fondatore di A-Cold-Wall, si è da tempo liberato dall’immagine del riformatore dello streetwear. Il suo pensiero è architettonico, la sua moda una reazione ai processi industriali. Nella collaborazione con ZARA traduce questo atteggiamento in un linguaggio controllato dell’accessibilità. I capi sembrano prototipi provenienti da un’officina anonima: funzionali, ridotti, senza pathos. Ross è meno interessato al singolo indumento che all’idea della sua ripetizione. Tutto è serie, nulla è individuale. Il designer mette in scena la spersonalizzazione come virtù estetica.

La forma dimenticata

Sono tessuti familiari come lana, denim e cotone – ma non offrono comfort. Le loro superfici sono opache, smorzate, assorbenti. Ross rifiuta lucentezza e movimento. Le texture sembrano chiudere la pelle invece di mostrarla. In questa politica dei materiali si cela una silenziosa resistenza contro la sovrapproduzione di stimoli visivi. Gli abiti non sono fatti per essere visti, ma per resistere. Anche gli accessori – berretti, borse e scarpe – appaiono come strumenti, non come decorazioni. L’estetica dei materiali di Ross è una scuola dell’autolimitazione.

Silhouette e protezione

Le silhouette appaiono pesanti e compresse, quasi immobili. Non mettono in risalto i corpi, li nascondono. L’essere umano diventa portatore, non immagine. Ricorda l’uniforme e l’abbigliamento da lavoro, ma senza gesto eroico. La protezione che queste forme offrono è di natura fisica. È abbigliamento per la durata, non per l’apparizione. In un mondo della moda che si esaurisce nell’immagine, Ross si sottrae alla posa – formulando così un contro-modello alla visibilità.

Messa in scena e sguardo

La campagna mostra modelli che non recitano, ma stanno. Nessuno sguardo cerca il contatto, nessun volto si impone. I corpi sono contenitori, non figure – portano senza raccontare. La loro presenza è funzionale, non psicologica: incarnano struttura, non emozione. La luce rimane neutra, gli spazi anonimi. In questa freddezza fotografica nasce una forma di verità che libera l’immagine di moda da ogni desiderio. La messa in scena diventa specchio della costruzione: precisa, priva di emozione, incorruttibile.

Il team della riduzione

Fotografata da Willy Vanderperre e curata da Gorka Sorozabal, la campagna segue un principio documentario: distanza invece di emozione, osservazione invece di seduzione. I modelli Julez Smith, Long Li, Timo Pan e Chandler Frye rappresentano una nuova generazione di volti internazionali che convincono non per individualità, ma per atteggiamento. La loro calma dà misura agli abiti – nessuna espressione, nessuna posa, solo postura. In collaborazione con l’hairstylist Anthony Turner e la make-up artist Lynsey Alexander nasce un linguaggio visivo che non eleva il corpo, ma lo neutralizza – una grammatica dell’immagine basata sulla precisione.

Colore come sottrazione

La scala cromatica si muove tra tonalità terrose, funzionali e spente: marrone, grigio, kaki e nero. Non ci sono accenti né composizioni. Il colore non è un mezzo espressivo, ma una condizione di concentrazione. La rinuncia alla tensione visiva diventa principio. Ross punta sulla neutralità emotiva – un silenzio ormai raro nella moda. Anche i tessuti chiari perdono la loro luminosità. La collezione parla in mezzi toni – un linguaggio senza volume.

Il gesto della distanza

Le creazioni di Ross rifiutano la desiderabilità che alimenta l’industria della moda. I modelli appaiono anonimi, le pose casuali. Non si tratta di individualità, ma di sistematica. L’abito diventa così il codice di un atteggiamento: disciplina, controllo e autocontrollo. In questa severità si nasconde un’umanità paradossale, un ricordo che la riduzione può essere anche cura. La moda perde la sua voce per proteggere il corpo. Ma questo corpo rimane indeterminato, quasi assente.

La traduzione silenziosa

Nella seconda stagione della loro collaborazione, ZARA e Samuel Ross mostrano come un marchio di massa possa accogliere il linguaggio di un avanguardista senza deformarlo. ZARA × Samuel Ross non è una rottura di stile, ma il tentativo di trasferire il pensiero industriale in un formato di massa. Il risultato è freddo, preciso e, nella sua coerenza, straordinariamente misurato. Ross utilizza la portata di ZARA per estendere il concetto di funzionalità fino al limite della disindividualizzazione. La moda non è più ornamento, ma commento a un presente sovrastimolato.

HYPERMADE CULTURE MAGAZINE
Piattaforma di gestione del consenso di Real Cookie Banner